Il mio pensiero

Nasco libera in terra libera. Una fortuna tutt’altro che ovvia.

 

In mezzo secolo di vita sono diventata una donna laica e di larghe vedute, animata da un profondo senso civico, aperta verso gli altri e con un’allenata visione poliedrica del mondo.

 

Credo nella ricchezza della diversità umana, culturale e ambientale. Sono molto sensibile all’equità di genere e ritengo fondamentale il rispetto fra le persone. Ho le mie opinioni ma giudico il meno possibile. Ricerco sempre i perché e difficilmente mi fermo alla prima risposta o a quella scontata.

 

Non capisco le religioni, nessuna religione, ma penso che ognuno abbia il diritto di credere in ciò che vuole a patto che non cerchi di imporre il proprio credo agli altri.

 

Da qualche tempo ho scoperto la magia del "grazie". Ringraziare è un modo meraviglioso di stare al mondo.



  

Ho frequentato parenti sudamericani e amici di famiglia di lingua spagnola per tutta la vita.

Dopo la maturità sono andata da sola in Argentina e Uruguay dove ho trovato il ramo materno della mia storia, ammirato l’oceano e attraversato la Pampa.

 

Ho assaggiato cibo cinese, quando a Milano non se ne parlava ancora, grazie a un’amica cinese di mio zio che è venuta a casa a cucinare insieme a noi.

 

Da piccola sono corsa a nascondermi quando in casa è arrivato un uomo nero. Poi lui mi ha detto che anche i suoi bambini scappavano davanti ai bianchi e il mio sguardo sul mondo si è spalancato di colpo.

 

Le vacanze della mia infanzia le ho vissute sui colli piacentini in un rustico senza bagno a un chilometro dal primo telefono. Ho raccolto patate e pomodori, vendemmiato, saltato nel granaio durante la mietitura e gustato meravigliose merende a pane e limonata. Ho corso giù per i campi così velocemente che i piedi sembravano non toccare mai terra.

 

Per 17 anni ho passato sere e notti sulle ambulanze di Milano, di cui dieci anni alla guida dei mezzi di soccorso fra le prime donne autista della città. Sono entrata negli attici di San Siro e nei sotterranei maleodoranti della Stazione Centrale. Ho guadagnato ogni metro di strada per far nascere un bambino, ho sentito il rumore dello sterno di un’anziana signora cedere sotto l’energia del massaggio cardiaco, ho coperto con un lenzuolo un ragazzo che si è lanciato nel vuoto e ho ascoltato per ore, di notte sotto la pioggia, una moglie depressa in fuga dalla sua vita.

Maturata al suono delle sirene spiegate, ho imparato a lottare ma anche ad arrendermi e ho capito l'importanza di distinguere con saggezza quando è il caso di lottare e quando di arrendersi.